11 novembre, San Martino.

11.11.2023

Chi ha la mia età ricorderà sicuramente i versi imparati a memoria e ripetuti alla maestra nei primi giorni del mese di novembre: La nebbia agli irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar...

Era la poesia di Carducci, San Martino.

Ma la di là della bella poesia, il giorno di S. Martino ha sempre avuto un significato importante per il mondo contadino.  

L'undici novembre corrispondeva alla fine dell'anno agricolo, quindi  la conclusione del duro lavoro nei campi e per i mezzadri poteva essere anche il non rinnovo e  l'abbandonare la casa messa a disposizione dal proprietario.

Il grande  Ermanno Olmi, nell' "Albero degli zoccoli", ha fotografato molto bene il cambio della famiglia. Quella che parte  e quella che arriva, gli sguardi silenziosi e tristi dei componenti delle due famiglie. 

"Fare san Martino"  è rimasto ancora nel mondo agricolo lombardo un modo di  dire per indicare un trasloco o un cambio di lavoro.

Anche nel mondo agricolo valtellinese il giorno di San Martino era importante. 

Un tempo in tutti i paesi esistevano le cooperative di consumo o altri negozi  dove si vendevano non solo i generi alimentari ma anche i prodotti per l'agricoltura: sementi, caglio, fertilizzanti, gli attrezzi necessari per il lavoro agricolo. 

Era il luogo dove i contadini portavano i loro prodotti, formaggi, burro, salumi, patate, uova, castagne, ma anche il vino che poi veniva spillato dalle botti e venduto sfuso.  E c'erano anche i prodotti del bosco, quelli che la natura regalava ai bambini sempre pronti a cercare  di aumentare le misere entrate della famiglia: mirtilli, funghi, lamponi.

Si faceva un baratto. Tutto veniva segnato sul famoso libro della spesa e poi in autunno, nel giorno di san Martino, si facevano i conti per il dare e l'avere.