56^ edizione della Sagra del Bitto

07.09.2024

Era il 1969 e per la prima volta apparve in provincia di Sondrio  un manifesto, con scritte in nero, che pubblicizzava la 1° edizione della SAGRA DEL BITTO  a Gerola organizzata dall'Associazione Pro Valgerola. La sagra era nata  con lo scopo di ... valorizzare la valle e farla conoscere in modo particolare in questi momenti magici settembrini... ci auguriamo che a Gerola Alta convengano molti gitanti. Troveranno genuina accoglienza, proveranno un prodotto unico, ma soprattutto potranno vivere una giornata serena in una valle stupenda e quasi incontaminata tutta da scoprire.",

Va ricordato, che la sagra era stata programmata l'anno precedente (1968), ma era stata annullata per protesta contro le condizioni della strada che non era ancora asfaltata... date le condizioni di precaria manutenzione i turisti richiamati dalla manifestazione riporterebbero una sgradevole impressione ed un cattivo ricordo di un viaggio disagevole.

Per la cronaca la strada venne poi allargata fino a Sacco e asfaltata completamente nel 1969/70.

In quel primo anno il formaggio venne anche marchiato con un timbro a fuoco, per contraddistinguere l'indubbia origine e dare la possibilità all'acquirente di non cadere in errori negli acquisti,

Dopo più di cinquant'anni il programma principale è ancora uguale: la sfilata del gruppo folcloristico, la messa e la benedizione, il sorriso delle ragazze in costume con le "basle" colme di formaggio per l'assaggio gratuito e naturalmente  il pranzo con la polenta taragna. Quella polenta taragna che ha sempre rappresentato nella tradizione contadina la festa del ritorno. Quando la transumanza finiva, si ritornava in paese con il bestiame e una delle prime forme di bitto prodotte, derivante da un latte non ancora "pienamente di alpeggio", veniva tagliata per la grande polenta taragna che radunava tutti i lavoratori di quell'alpeggio.

Nel pomeriggio, dopo l' abbondante pasto a base di polenta taragna e salsiccia bollita al PalaGerola (sempre egregiamente organizzata dalla proloco,) o un pranzo consumato nei ristoranti e rifugi della zona,  saranno sul palco i protagonisti dell'alpeggio: caricatori, casari, caprai, cascin  di ogni  alpeggio. Il loro nome sarà  letto ad alta voce e ad ognuno di loro verrà consegnato un piccolo dono con un grande applauso da parte del pubblico presente per ringraziarli del lavoro svolto, dell'ottimo formaggio prodotto e della loro importante presenza su un territorio che ha bisogno di cure e che se abbandonato potrebbe creare grossi dissesti idrogeologici.

Nessun concorso. Perché non è importante stabilire chi ha prodotto il Bitto più buono, è importante riconoscere una valle ricca di alpeggi dove il latte appena munto viene subito trasformato in formaggio come una volta.

Un riconoscimento ad un lavoro duro che si tramanda da generazioni, carico di sacrifici, di rinunce, ma anche ricco di soddisfazioni nel vedere nella casera dell'alpeggio le forme che aumentano, che migliorano nel tempo o nel ricordare che quel formaggio ha una storia antica che parte dalla presenza delle popolazioni celtiche sulle Alpi e loro sono ancora lì a produrlo  usando  quasi la stessa tecnica.

E qui a Gerola, si respirerà  ancora realmente quel ritorno. C'è l'abbraccio dei residenti e di circa 1500 persone a un mondo contadino che ancora passa quasi 90 giorni sugli alpeggi della valle, c'è il riconoscimento del loro grande e importante lavoro, lontano dalla comodità delle loro abitazioni... perché lassù dove nasce il Bitto, le vita è ancora piena di fatica.

Quest'anno il programma è particolarmente ricco con proposte  interessanti organizzate in due giorni:  caccia al tesoro, visite guidate, degustazioni  con abbinamenti formaggi e vini, passeggiate nelle contrade vicine, dimostrazione della lavorazione del formaggio Bitto e della mascherpa, momenti ludici per i bambini. insomma un sabato e domenica ricchi anche di cultura e divertimento.

Sotto il programma competo.

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