Il fascino slow della Costiera dei Cech

Una bella escursione in e-bike lungo la Costiera dei Cech ha concluso, domenica 1° giugno la settimana "Cycling Week", i sei giorni di eventi a Morbegno dedicati al mondo della bicicletta, con appuntamenti sportivi, culturali ed esperienziali.
Il percorso, come prometteva la locandina, era incredibilmente scenografico: attraversava vigneti, borghi storici, radure e boschi, offrendo panorami che abbracciano tutta la Bassa Valtellina e l'alto Lago di Como. Non presentava particolari difficoltà tecniche, risultando adatto a tutti i possessori di e-bike desiderosi di trascorrere una splendida giornata in compagnia, immersi nella natura, tra scorci mozzafiato e degustazioni di prodotti tipici. L'anello, lungo circa 30 km con 700 metri di dislivello, aveva come punto di partenza e arrivo proprio Morbegno.
La magnifica giornata di sole del 1° giugno ha reso onore alla descrizione, regalando ai 30 partecipanti una bellissima "passeggiata" tra le strade e i sentieri della Costiera dei Cech: un costone retico sempre baciato dal sole, punteggiato da piccoli paesi e frazioni. Un territorio che si presta al pedalare lento, che permette di incontrare veri gioielli nascosti: cappelle votive, antiche chiese, viuzze strette che serpeggiano tra le case, architetture rurali con stalle, fienili, abitazioni in pietra e locali un tempo usati per l'essiccazione delle castagne. E poi, in mezzo a questi borghi silenziosi, compaiono spesso grandi massi erratici lasciati lì dai ghiacci di un tempo lontano. Sotto alcuni di essi si scavava, anche in profondità, per ricavare i cosiddetti "casel", ambienti freschi che ancora oggi fungono da cantine.

Ore 10, tutti pronti davanti al celebre negozio dei fratelli Ciapponi. Sono presenti e ci accompagneranno per il nostro viaggio anche il vicesindaco di Morbegno, Anna Gusmeroli e Camillo Bertolini, direttore del consorzio turistico Porte di Valtellina. Si parte lentamente, attraversando il centro di Morbegno in direzione del ponte di Ganda per affrontare la montagna tramite i tornanti stretti della strada di San Bello. Ecco i primi panorami: il Parco della Bosca, il comune di Morbegno, le cime e le valli delle Alpi Orobie, il serpentone d'auto lungo la statale 38 e, sullo sfondo, il Lago di Como, che però resta leggermente velato da una sottile foschia.
Attraversiamo la provinciale per Dazio e, dopo qualche chilometro tra le nuove e antiche case di Santa Croce, ci fermiamo a riempire le borracce con l'acqua fresca della grande fontana del borgo: un territorio di circa 25 km² che ospita ben quattordici frazioni e tredici campanili, ciascuno con una storia da raccontare. La strada continua in salita, per poi scendere leggermente verso la frazione di Selvapiana, accompagnata da antichi terrazzamenti dove le viti mostrano i lunghi tralci verdi e i grappoli in fioritura. Un breve tratto sterrato, qualche chilometro sull'asfalto della provinciale 10, ed eccoci tra le antiche abitazioni di Dazio.
Racconto a due giovani, per la prima volta su queste strade, Marzia e Christian, (lei di Teglio, lui di Tirano) curiosi di conoscere meglio il territorio: "Dazio, come tutta la Costiera dei Cech, ha avuto una fortissima emigrazione verso Roma. Molti giovani, e perfino ragazzini, lasciavano il misero lavoro agricolo alle sorelle, alle mogli, ai genitori anziani, per iniziare l'apprendistato nelle botteghe della capitale. Ma l'amore per questa terra non si è mai spento: lentamente tante abitazioni sono state ristrutturate e oggi sono diventate luoghi di vacanza estiva. Così, ad agosto, nei bar e nelle feste di frazione, l'accento romano è protagonista: sono i figli, i nipoti e i pronipoti di chi, tanti anni fa, ha lasciato la Valtellina per tentare la fortuna a Roma, magari aprendo un'attività commerciale."
Arriviamo a Serone. Una strada bianca ci conduce alla chiesetta di San Bernardo, immersa in un pianoro verdeggiante: una splendida terrazza sulla Bassa Valle che si perde nel Lago di Como e sulle montagne orobiche, con il Legnone in bella vista, anche se coperto da una leggera foschia. In lontananza, a sud, il paese di Mello, dove ci aspetta una sosta enogastronomica.

"Mello," spiego ai miei nuovi amici, "è detto il paese del miele e degli zingari. Il nome deriva da mel, miele in latino, perché un tempo qui si produceva un ottimo miele grazie alle numerose api. Gli zingari, invece, erano i Melàt, cioè gli abitanti di Mello, che per cercare pascoli per il bestiame si spingevano ovunque: in Valchiavenna, nella Valle dei Ratti, in Val Codera e in Val Masino, dove colonizzarono una valle intera che ancora oggi porta il loro nome: Val di Mello."
Attraversiamo il borgo, tra vicoli stretti, strade asfaltate o porfidate, alcune ancora con il selciato originale. Rallento per leggere bene un cartello: "Attenzione, in questo paese i bambini giocano ancora per strada."
Che bello: strade poco trafficate, bambini liberi di giocare e andare in bicicletta… sicuramente un paradiso per chi ama il pedalare lento e il turismo sostenibile.
Un cortile, racchiuso da un antico muro e un portico d'ingresso, ci accoglie. Una splendida pergola di vite, con tralci, foglie e grappoli fioriti, crea un tetto verde sopra un tavolo imbandito: confetture, miele, vini, pane, grosse ciliegie, pesche, mele e, al centro, una bella mascherpa pronta per essere tagliata e ricoperta di confetture. Una sosta appetitosa che ci ricarica prima dell'ultima pedalata.
Con il sapore della ricotta in bocca e il gusto del rosso IGT della Costiera, ripartiamo. Una bella strada nel bosco, una curva a sinistra e ci fermiamo su un grande piazzale erboso, per ammirare la chiesa di San Giovanni di Bioggio. Ancora splendidi panorami sulla Bassa Valle, tutto intorno un fitto castagneto ombroso. La tentazione di fermarsi, sedersi sull'erba, ascoltare il silenzio del bosco e lasciarsi accarezzare dal leggero vento che muove i frondosi castagni, è fortissima.
Ma la nostra guida ci chiama: "Dobbiamo andare, la cantina di Traona ci aspetta."
Via allora, lungo la strada asfaltata, passando per Cercino e percorrendo sentieri che tagliano i tornanti tra i boschi, regalandoci qualche momento di piacevole divertimento.

E lì, nella fresca cantina dell'oratorio di Traona, un altro tavolo imbandito con salumi, formaggi e vini bianchi e rossi della Costiera dei Cech serviti dai volontari della proloco, ci attende per un ultimo ricchissimo spuntino. Chiedo un commento finale a Marzia e Christian." È stata un'esperienza veramente entusiasmante" mi dicono "pedalare in compagnia alla scoperta di luoghi per noi nuovi; un tour tra piccoli borghi caratteristici e ricchi di storia e splendidi paesaggi naturali dove pedalare nella quiete. La fatica del percorso è stata ripagata dai meravigliosi scorci panoramici sulla valle. Ottime anche le degustazioni di prodotti tipici locali, che ci hanno fatto assaporare alcune delizie del nostro territorio. Nelle cornici di cortili e cantine storiche abbiamo avuto l'opportunità di assaggiare non solo vini, ma anche bresaola, salumi e formaggi, uniti all'ospitalità e alla convivialità che ti fanno sempre sentire come a casa. Speriamo che eventi come questo siano replicati non solo a Morbegno, ma in tutta la valle, per essere occasione di divertimento, condivisione e scoperta del territorio, oltre che punto di incontro tra persone accomunate dalla passione per e-bike ed enogastronomia.
Le foto segnate con ** sono del Consorziio Porte di Valtellina g.c.
