L’autunno fa ritorno a Migiondo: piccole magie, nuove sorprese

18.10.2025

È  un piacere tornare a Migiondo per la Miğiondàra: c'è sempre qualcosa di nuovo. Lungo il trekking in rosa, lungo il percorso del gusto, ma soprattutto nella certezza della qualità dell'esperienza enogastronomica: ricette in cui la castagna è regina e sa sorprenderti di edizione in edizione, ricerca dell'autenticità che diventa prodotto buono, professionalità di chi cucina, gentilezza quieta dei volontari.

Zainetti rossi sulle spalle, riceviamo il benvenuto degli organizzatori: il sindaco Ilaria Peraldini, la presidente di APT Sondalo Maria Gobbi Frattini e la presidente dell'Associazione Amazzoni Giuseppina Osmetti.

Poi via sul Sentiero Valtellina, lasciandoci accompagnare dal rumore dell'Adda e da un autunno che ci viene incontro con la sua aria fresca. Cammino e ascolto: Mirko e Benedetta intrecciano racconti e consigli.

Le tappe sono diverse, ma la più sorprendente è al confine con il Comune di Grosio. Dopo l'attraversamento dell'Adda sul ponte pedonale in ferro e alcuni minuti su un sentiero in dolce salita, si spalanca uno spazio terrazzato inatteso: una ventina di alti e lunghi muri in sasso disegnano ampi terrazzamenti e si innalzano, restringendosi, fino a perdersi tra gli ultimi castagni.

Mi colpisce la loro imponenza: pietre squadrate, anche grandi, incastrate con precisione in un elegante gioco architettonico. Mi affascina il piano dei terrazzamenti: molto lungo, senza pendenza, largo circa dieci metri.

Gli ampi spazi comunicano fra loro con uno spazioso percorso che sale a gradinata, "tagliando" gli alti muri: una via di collegamento comoda, protetta da muri a secco in continuità e ad angolo con i muri principali. Di tanto in tanto compaiono scale con gradini a mensola che, più in alto, vanno a sostituire la scala centrale.

Siamo in località "Castel" e allora mi piace immaginare che, anticamente, questi terrazzamenti fossero destinati alla vite o ad altre produzioni agricole legate al castello di Grosio. Più certo è invece l'assetto odierno, frutto di un lavoro imponente realizzato tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento da un signore benestante che abitava nella casa tuttora presente al centro dei terrazzamenti. Si racconta che il "padroncino" avesse assunto diversi operai, che chiamava "schiavi", e che, se mai fossero entrati nella sua abitazione, erano obbligati a farlo scalzi. 

Poi l'abbandono. Oggi, però, il complesso torna a mostrare la sua bellezza grazie a un progetto dell'Amministrazione comunale di Sondalo, sostenuto da un finanziamento regionale: pulizia completa dell'area, conservazione dei castagni sani nella parte alta e, nei terrazzamenti recuperati, l'introduzione di castagni di pregio.

Si prosegue. Lo spettacolo del foliage, proprio in questi giorni al suo esordio, accende i rami di gialli, rame e rossi. L' ultima tappa è davanti a un antico castagno. "... recuperare l'energia della natura, per il nostro benessere..." dice Benedetta, e l'abbraccio del grande albero per qualcuno diventa l'ultimo atto di questo percorso, prima di iniziarne un altro: quello del gusto, che i tanti volontari di varie associazioni hanno preparato.

Poco lontano appare la chiesa di Migiondo e allora il piacere del bosco cambia forma: diventa gusto.

È mezzogiorno e mezzo, l'appetito sorride. Decido di non seguire il percorso classico e di fermarmi subito ad assaggiare i due piatti forti: "Polenta con lughènega buìda", preparata dal Gruppo Polisportivo di Sondalo, e "Malfatti alla zucca con fonduta di Casera e porro". Le porzioni sono generose: meglio sceglierne uno soltanto, lasciando spazio alle molte dolcezze d'autunno che il Bontàpas promette. Dilemma: è meglio il classico piatto dal sapore pieno e rassicurante della salsiccia, o la morbidezza dei malfatti?

Mi siedo su una panca, guardo lo chef Remo far saltare i malfatti con una manualità ipnotica e mi avvicino al banco dove le donne dell'Associazione "Le Cognate" mi servono un piatto abbondante di gnocchi morbidi e avvolgenti, coronati da sottili listarelle di porro. Intorno, i bambini giocano. Marco ha allestito per loro i giochi di una volta, fatti di legno e fantasia: ricordi di una vita contadina semplice, quando bastava davvero poco per sorridere e divertirsi.

Nel grande prato, poi, un importante e significativo debutto: il Museo Vallivo di Valfurva. Subito il pensiero va a lui, il maestro Mario Testorelli, anima del museo: una vita di ricerca, anche insieme ai suoi alunni, per salvare oggetti e memorie della cultura alpina. 

Oggi, in quello spazio ampio, alcuni dei suoi antichi attrezzi hanno abbandonato i silenziosi locali del museo per tornare a vivere nelle mani dei volontari del museo e dell'Associazione Anziani di Valfurva. Vestiti con costumi d'epoca, "interpretano" i lavori dell'antica civiltà rurale: il ciclo della lana, dalla tosatura della pecora alla tessitura; la battitura della segale; la produzione degli scànduli, le tegole di legno.

Mi stupisce un bambino che, con una serietà commovente, batte sul grande pelorsc le piante di segale essiccate: movimenti precisi del fièl e, soprattutto, grande resistenza nel mantenere il ritmo per diversi minuti. Mi avvicino, cammino sull'antico pelorsc, scambio due parole con i volontari che mi raccontano le molte attività del museo. 

Mi volto e, nello spazio della battitura, vedo una signora anziana che muove il fièl con sorprendente agilità. La riconosco: è la signora Ilde, vedova Testorelli. Anche lei alla Miğiondàra, forse come omaggio al marito, forse per il semplice desiderio di ricordarlo qui, dove tutto parla di lui.

Riprendo a camminare tra le case: il laboratorio di smielatura di Guido Mazzetta; il banco dell'intagliatore Davide; i "pezzotti" tessuti con pazienza dalle volontarie del Progetto Camerun. Ogni sosta è un incontro. 

Alla postazione dei coscritti 2007, il "Cocktail de Samichêl" (sidro e sciroppo di sambuco) rinfresca il palato; un biscotto di farina di castagne e cioccolato, preparato dalla pasticceria Bonandrini, profuma le mani. Gli amici della Butèga Valtellina mi tentano con un bis di cannoli, ricotta e mela e ricotta e crema di castagne selvatiche.

Davanti alla chiesetta di San Bernardo e della SS. Trinità, le voci delle visite guidate si mescolano al profumo di miele e cera d'api dell'azienda di Michela Robustelli. Più in là, i Cornàt "sü la préda" con i fichi mi riportano alla tradizione sondalina e frontalasca (Associazione Li Simenza Giovani Sondalo). L'ultima carezza arriva in coppa dagli Sgangherati, Associazione Giovani Frontale: un tiramisù ai marron glacé, goloso e buono come sempre.

I bambini ridono sugli asinelli, le fisarmoniche accendono il pomeriggio. Matteo, "il Teo di Lecco", scalda l'atmosfera; poi I Tirataie portano una folata di Folk&Roll: energia, ritmo, quel pizzico di irriverenza che fa ballare anche chi non balla mai. Ancora una manciata di castagne e un bicchiere di vin brûlé fumante offerto dagli Alpini per concludere il percorso enogastronomico.

Guardo le selve che scendono verso il fondovalle, avvolte nei colori caldi dell'autunno, dove le Guide Alpine Marco e Federico fanno "volare" gli ultimi bambini sulla divertente zip-line tesa tra i castagneti, gli stessi che rendono Migiondo un borgo davvero speciale.

Il sole inizia a calare: è il momento di andare verso il parcheggio. Ciao, Migiondo: ci rivediamo l'anno prossimo. Con lo stesso calore e, ne sono certo, con altre sorprese da raccontare.

 "La Miğiondàra - Castagne e bontà d'autunno" è un evento APT Sondalo, reso possibile grazie e alla collaborazione di oltre 60 volontari delle associazioni: Gli Sgangherati Frontale, Li Simenza Giovani Sondalo, Le Cognate con bar Palasport, Gruppo Alpini Sondalo, Gruppo Protezione Civile Comunale, Polisportiva Sondalo Sport, Oratorio, le volontarie di Chiese Aperte e i coscritti del 2007. Un ringraziamento sentito al Museo Vallivo di Valfurva, anima della festa, alla band de I Tirataie, a tutti gli ospiti e ai proprietari delle case e terreni per la disponibilità. Si ringraziano inoltre: Butéga Valtellina e Bormio Tourism per la collaborazione, gli Enti che hanno sostenuto l'iniziativa (Comune di Sondalo, Parco Stelvio Lombardia - Ersaf, BIM Sondrio, AVIS Sezione di Sondalo) e gli sponsor privati (Azienda Finplast).