Quando la musica sposa il territorio

Premetto: non sono un grande conoscitore, né un appassionato di musica classica. Ma lassù, a 1500 metri, tra i verdi pascoli d'alta quota e con le montagne a fare da cornice, come un immenso anfiteatro naturale, anche la musica classica è riuscita a trasmettermi emozioni uniche, di quelle che fanno venire la pelle d'oca sulle braccia nude.
Siamo a Mondadizza, all'Alpe Piana di Scala, dove più di cento persone si sono radunate per assistere a un concerto inserito nella rassegna Mondadizza Music Week. La manifestazione organizzata dalla Fondazione La Società dei Concerti di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia, Comune di Sondalo, ERSAF e il contributo del Parco Nazionale dello Stelvio, Comunità Montana Alta Valtellina, Bim e Provincia di Sondrio. Una manifestazione che ha arricchito il comune di Sondolo ed in particolare la sua frazione di Mondadizza di sei concerti. E a questa iniziativa Luciano Rcetti ha voluto regalare una scultura in legno realizzerà dal vivo in wood carving, tecnica di scultura con motosega, partendo da un albero di recupero, ispirato al paesaggio e alla musica della Valtellina.
"Concerto e leggende in alta quota," diceva il manifesto e infatti per raggiungere il luogo bisogna percorrere il Sentiero delle Strie, il "sentiero delle streghe": un tracciato che da Fumero conduce fino all'Alpe Scala e poi scende verso Mondadizza. È un percorso relativamente semplice, ma capace di conservare un fascino misterioso: zone d'ombra si alternano a spazi aperti, il passo si fa lento, quasi in ascolto dell'antica leggenda che accompagnano il cammino.
La leggenda narra che, al suono dell'Ave Maria, una scia di tizzoni ardenti partisse dalla località di Scala, solcando il cielo in direzione di Mondadizza, Le Prese, Frontale e Fumero: erano le streghe, si diceva, che abbandonavano il sabba prima del primo raggio di sole.
Per la prima volta nella storia del festival, un'arpa celtica, un violino e una voce hanno dato vita a un'atmosfera unica, apprezzata e applaudita dal pubblico. Le corde dell'arpa, accarezzate con grazia dalla giovane Agata Bocedi, hanno fatto risuonare melodie irlandesi, leggere come il vento e capaci di incantare. Poi è arrivato il virtuosismo di Sofia Catalano, che con le sue dita agili e sicure, ha affrontato le complesse armonie di Paganini, regalando un'energia intensa e travolgente.
E alla fine, in quel contesto dove natura e musica si sono fuse in un crescendo di emozioni, il pubblico si è lasciato rapire dalla magia del brano finale: l'arpa di Agata, il violino di Sofia e la voce del soprano Bianca Ghirardi si sono uniti in una struggente melodia della tradizione irlandese, che racconta la storia di un amore giovanile non corrisposto.
Durante il concerto, nota simpatica, un venticello improvviso ha attraversato il pubblico seduto. All'interno della pensilina, l'arpa celtica, in attesa di essere suonata, ha vibrato all'improvviso, liberando un suono leggero, quasi un sussurro. Tanto che qualcuno ha sussurrato: "le streghe sono tornate..."
Il concerto si è concluso con una degustazione di prodotti tipici della zona: bresaola, formaggi vaccini e caprini, salame, e naturalmente il vino della Valtellina. Così, tra un pezzo di pane di segale, una fetta di formaggio e un bicchiere di rosso di Valtellinac'è stata anche l'occasione per parlare con gli organizzatori e, soprattutto, con i giovani protagonisti del concerto.
Ho cominciato con lei, Enrica Ciccarelli, presidente della Fondazione, le cui radici affondano proprio qui (la madre è originaria di Mondadizza). Enrica non ha mai dimenticato queste montagne e, da sette anni, organizza questa bella manifestazione, trasformando il piccolo borgo in un palcoscenico privilegiato per la musica classica, valorizzando giovani talenti provenienti da tutta Italia. Un modo concreto per arricchire il territorio e far conoscere sempre di più la bellezza, la tranquillità e la laboriosità dei suoi circa quattrocento abitanti.
"L'idea – racconta – è nata parlando con Augusto e Daniele, che mi hanno detto che c'era questa pensilina. Poi Luciano ci ha portati in perlustrazione. Quando ho visto questa vallata così bella ho pensato che potesse essere il luogo perfetto per coniugare ciò che facciamo, la musica classica, con il territorio. Sempre più, secondo me, bisogna unire le forze e creare occasioni per condividere e amplificare la bellezza e l'energia che certi luoghi sanno trasmettere. E così, per la prima volta, siamo riusciti a organizzare un concerto in alta quota, in collaborazione con l'Ente Parco Nazionale dello Stelvio…"
Accanto a Sofia c'è Emma Guercio, giovanissima pianista, pronta per il concerto della sera nella chiesa Parrocchiale di Mondadizza, dove si esibirà insieme a Sofia portando nella piccola chiesa le melodie di Mozart. È bello ascoltare le loro voci, piene di entusiasmo, di passione e di quella voglia autentica di continuare a scrivere una storia che, per loro, è iniziata quando erano ancora bambine.
Sofia ed Emma
18 e 17 anni. Insieme, 35 anni appena. Eppure, quando il loro talento si unisce, la musica che nasce dalle loro mani riesce a emozionare profondamente anche chi non conosce – o non ama – la musica classica. Hanno già alle spalle diversi concerti insieme, momenti in cui la tecnica e la passione si fondono in un'armonia perfetta: il virtuosismo delle dita di Sofia che danzano sulle corde del violino, e quello di Emma che scivolano tra i tasti bianchi e neri del pianoforte. Due percorsi iniziati molto presto, segnati da passione, impegno, dedizione quotidiana, con tantissime ore di studio di esercitazione e già tanti risultati e riconoscimenti conquistati nel mondo della musica.
Sofia. Una vita dedicata alla musica. Da bambina cantava ancor prima di parlare, ma è a cinque anni che si innamora del violino, vedendo una violinista esibirsi. Inizia così il suo percorso con il metodo Suzuki a Varsavia, proseguendo poi a Torino durante le scuole medie.
Il metodo Suzuki è un approccio musicale basato sull'ascolto piuttosto che sulla lettura dello spartito: si comincia molto presto, spesso nei primissimi anni di vita, con giochi musicali e un approccio ludico e coinvolgente. Sofia ricorda il suo primo violino piccolissimo, l'ha avuto a cinque anni, dopo aver imparato la giusta postura.
Dopo le medie si trasferisce a Cremona, dove entra all'Accademia Stauffer, studiando con il grande violinista Salvatore Accardo e con sua moglie, Laura Gorna, anch'essa musicista di fama internazionale.
Quando Gorna si trasferisce al Conservatorio di Milano, anche Sofia decide di seguirla, organizzando così la sua settimana impegnativa, tra il liceo, l'accademmia Stauffer, a Cremona e le lezioni al Conservatorio nella metropoli lombarda.
I suoi genitori la supportano con entusiasmo e determinazione, anche se avrebbero preferito che si dedicasse al pianoforte, permettendole di portare avanti una formazione musicale intensa, fatta di studio quotidiano, disciplina e moltissime ore di esercitazione.
Il suo tempo libero lo dedica agli animali, ama i gatti, quando abbondona il violino le piace giocare con loro.
Dopo il diploma liceale, Sofia porterà a termine il Conservatorio: il suo sogno è quello di diventare una violinista professionista e vivere una vita interamente dedicata alla musica.
Emma. Vive a Torino, frequenta il liceo classico e studia pianoforte al Conservatorio di Milano con i maestri Maria Grazia Bellocchio e Davide Cabassi.
Cresce in una famiglia dove la musica classica è una presenza quotidiana. Il suo percorso comincia con una semplice tastiera elettrica, ma sin dai primi anni delle elementari desidera un pianoforte vero, che riceverà in dono in terza elementare. oggi suona un pianoforte verticale Yamaha, ma sogna un giorno di possedere un pianoforte a coda.
Il momento più emozionante della sua giovane carriera è stato essere selezionata come solista per eseguire con orchestra, nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, il Concerto n.17 in Sol maggiore K453 di Mozart.
A breve partirà per Vienna, dove parteciperà a un prestigioso masterclass organizzato dalla Fondazione Vienna Lieven. Saranno venti giorni intensi, a fianco di grandi pianisti internazionali e giovani talenti provenienti da tutto il mondo, con la possibilità di esibirsi in vari concerti nella capitale austriaca.
Il suo futuro sembra già indirizzato verso una brillante carriera da concertista, ma Emma sogna anche di studiare direzione d'orchestra – che considera la massima espressione artistica e musicale – o di insegnare un giorno al Conservatorio.