Si scrive Böngiö ...

22.12.2017

Si scrive Böngiö, ma si legge bungio  con la o dolce  alla francese. È un dolce particolare, che si faceva un tempo, usando la farina di castagne e la frutta secca, una bisciola (qui rigorosamente chiamato besciola) preparata per le festività natalizie.

Siamo in Valmarino, Cataeggio, via Marconi, sulla strada principale che porta in val di Mello e ai Bagni di Masino.

A sinistra il panificio, più corretto forse chiamarlo ancora prestino, a destra il negozio di alimentari, tipico negozio di vicinato dove gli abitanti possono trovare tantissimi prodotti senza dover recarsi nei supermercati del fondo valle. Ma soprattutto possono trovare la cordialità dei gestori, Michele, Barbara, Enrica e degli anziani Fausto e Irma, ancora li pronti a dare una mano nonostante gli ottantasei anni  di lui e gli ottantatré  di lei.

Fausto, detto Albino, mi saluta cordialmente, mi mostra il negozio e mi porta nel panificio dove sotto il forno, nella camera di lievitazione, sono quasi pronti per la cottura i Böngiö, un pezzo di storia alimentare della valle.

Nonostante l'età, si china agilmente, controlla la lievitazione ed è subito in piedi, diritto come un giovanotto.

Poi mi spiega cosa è il Böngiö. "Adesso lo facciamo solo nella settimana di Natale, e purtroppo abbiamo un po' modificato la ricetta. Un tempo si faceva con la farina di castagne e le castagne che venivano essiccate nell'agrà.  Si portavano qui al forno con gli altri ingredienti che si avevano in casa, farina di frumento, farina di granoturco, noci, fichi secchi, castagne. Il tutto veniva impastato, fatto lievitare e cotto nel forno. Era un lavoro che si faceva tutto il mese di dicembre. Anche oggi c'è qualche anziano che ci porta le noci, e noi le accettiamo e utilizziamo  volentieri  per rispettare una tradizione.

Oggi non usiamo più la farina di castagne, prendiamo le castagne secche, le facciamo bollire e le mettiamo nell'impasto con gli altri ingredienti. Potremmo definirla semplicemente una besciola con castagne, ma resta comunque sempre un prodotto tradizionale, un pezzo di storia della nostra comunità, per chi ama il sapore antico delle castagne. Gli ingredienti sono tutti naturali, niente conservanti, niente coloranti come tutti  i nostri  prodotti" e con orgoglio mi legge l'etichetta di una confezione di besciola  pronta per la vendita: farina 00, uva sultanina, fichi essiccati, noci comuni, burro, zucchero, miele, lievito, e sale."

Poi inizia a raccontarmi la storia del negozio, del recente riconoscimento regionale come Negozio Storico.

Tutto inizia il 1 gennaio 1912 con la prima licenza, intestata a Rossi Giacomo per l'attività di "prestino" e di "osteria senza cucina e senza alloggio". Nel dopoguerra, a seguito della morte di Giacomo, subentra la sorella che porta avanti l'osteria, il forno e il negozio di alimentari. Quindici anni dopo l'attività passa al figlio Fausto Albino e alla moglie Irma che iniziano a dedicare la loro vita al prestino e al negozio continuando a sfornare pane e i tipici dolci preparati con farina di castagne e frutta secca, portate al forno dagli abitanti locali per poi ritirare i dolci confezionati: il Böngiö e la Besciola.

Arriviamo agli anni 2000 con il subentro dei figli, Enrica e Michele, che ancora oggi gestiscono con passione e coraggio le due attività. Una nuova generazione, la terza, che continua la tradizione di famiglia migliorando sempre la scelta dei prodotti commercializzati nel negozio ormai trasformato in un mini supermercato dove gli abitanti locali possono trovare di tutto, alimentari, casalinghi, giocattoli ma soprattutto  i formaggi, i salumi, la frutta, le brioches fresche, le pizze e naturalmente i prodotti tipici derivanti dal panificio.

Michele mi mostra con soddisfazione la documentazione riguardante il riconoscimento regionale di Negozio Storico. E' orgoglioso di continuare un'attività centenaria, di vedere il padre muoversi ancora contento tra gli scaffali del negozio, osservarlo nel prestino ad aprire gli sportelli per infornare le besciole ma  ".. ma i tempi sono cambiati"  mi dice  " la popolazione è diminuita, così come i clienti, spesso il coraggio per continuare un'attività come questa viene meno, le difficoltà aumentano e non sempre c'è il giusto riconoscimento da parte della popolazione e delle istituzioni per un impegno quotidiano, per un servizio sociale importante per il territorio. I supermercati sono più attraenti, chi lavora nei paesi del fondovalle prima di ritornare in valle ha tutto il tempo per fare la spesa. Poi sono aperti anche alla domenica, magari si spende anche qualcosa meno..."

Già, I supermercati sono più attraenti, ma spesso si dimentica che un negozio nella propria frazione è importante dal punto di vista sociale, per gli abitanti, per gli anziani, ma anche per i tanti turisti che transitano su questa strada e si possono fermare per farsi preparare panini imbottiti con salumi e formaggi locali. E allora un piccolo sforzo di tutti per sostenerlo è fondamentale pe valorizzare una contrada, un paese ma anche un'interra valle che merita di essere sempre più valorizzata per le sue bellezze ambientali quasi selvagge apprezzate da tanti turisti.