Storia del sistema scolastico in provincia di Sondrio dal 1950 ai giorni nostri

25.05.2024
Illustrazione dal libro Cuore (1886)
Illustrazione dal libro Cuore (1886)

A noi nonni viene spesso chiesto dai nipoti: "ma come era la scuola ai vostri tempi? " I ricordi sono tanti e lontani. 

"Allora la scuola, siamo negli anni cinquanta, occupava tutta la giornata. Alle elementari si andava a scuola tutti i giorni, mattina e pomeriggio sabato compreso, con esclusione del giovedì. Il maestro era unico. Si facevano tanti temi, tanti dettati, i problemi con tre operazioni, si studiavano le poesie a memoria, si dicevano le preghiere quando si entrava e quando si usciva, si diceva signor maestro e signora maestra, dando sempre del lei… e ogni tanto si prendevano anche qualche scappellotto. Alla fine della seconda/terza elementare bisognava sostenere un esame per l'ammissione alla classe successiva. Un esame vero, non un pro forma. Dovevi dimostrare di saper leggere, scrivere e far di conto e non erano rari i casi di bocciatura..."

 Negli anni cinquanta l'organizzazione scolastica dopo i cinque anni di elementari prevedeva tre possibili scelte:

• il proseguimento in sesta, settima e raramente  ottava con corsi didatticamente definiti "integrativi di avviamento professionale";

• la scuola di avviamento professionale: tre anni con materie professionali e con materie letterarie e scientifiche ridotte, pensata per chi dopo i 14 anni entrava subito nel mondo del lavoro. Si poteva poi anche proseguire gli studi in limitati istituti superiori previo un esame integrativo;

• la scuola media molto impegnativa che permetteva il proseguo degli studi grazie anche allo studio del latino.

I due primi percorsi privilegiavano principalmente la cultura del saper fare finalizzata all' inserimento del lavoro o per le bambine anche il saper fare nella gestione della famiglia. Ma anche nel percorso formativo della scuola media c'era una materia denominata economia domestica, rivolta solo alle giovani studentesse delle medie, con l'obiettivo principale di prepararle al loro fondamentale futuro ruolo nella società: quello di madre e di massaia.

Il dipinto Il dettato di Demetrio Cosola. Pastello su tavola (1891)
Il dipinto Il dettato di Demetrio Cosola. Pastello su tavola (1891)

Un sistema scolastico che però non permetteva a tutti i bambini di proseguire gli studi dopo i cinque anni di elementari. In provincia di Sondrio  le scuole medie, ma anche gli istituti di avviamento professionale, erano presenti solo a Sondrio, Morbegno, Tirano, Bormio e Chiavenna.

Così la maggior parte dei bambini finite le elementari si doveva accontentare della sesta, settima o ottava e a quattordici anni entrare subito nel mondo del lavoro. Ma spesso a causa delle frequenti bocciature durante i cinque anni di elementari arrivavano a quattrodici anni solo con la sesta. 

Molti bambini andavano a lavorare anche prima, aiutando i genitori nei lavori agricoli. L'obbligatorietà scolastica fino a quattordici anni non sempre veniva rispettata e comunque quasi mai perseguita come inadempienza.

Chi invece decideva di frequentare le scuole medie o l'avviamento professionale doveva spostarsi dal proprio paese con le "corriere". Le scuole medie erano presenti solo nei capoluoghi di mandamento: Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano, Bormio. Corriere piene di ancora bambini rispettosi, timidi, dove l'autista e il controllore, giustamente con un po' di autorità, mantenevano la disciplina.

Bambini dai paesi di montagna si univano con quelli della città, e in classe, molto numerose, i dialetti diversi si mescolavano per poi scomparire appena entravano i Professori.

Il sistema scolastico cambiò nel 1963 con la grande riforma della scuola media unica. Obbligatorietà scolastica fino a 14 anni con la frequenza dell'unico percorso scolastico: la scuola media unica per tutti, con una programmazione didattica rivista e soprattutto con l'abolizione del latino (facoltativo fino al 1976). La nuova legge stabiliva anche l' istituzione della scuola media, entro il 1966 in tutti i comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti.  Così, prima in aule provvisorie e poi in edifici nuovi, tutti i nati dal 1952 riescono a frequentare la scuola media nel proprio paese o nel comune vicino.

Una grande riforma che in un decennio portò in Italia all'82% il numero dei quattordicenni in possesso del diploma di licenza media, ma soprattutto un modello educativo che riuscì quasi a eliminare il lavoro minorile.

Nella programmazione l'economia domestica viene trasformata in applicazione tecniche dove però bambini e bambine vengono separati con programmi differenziati e dove di fatto i programmi per le bambine continuano ad essere improntati sulla gestione della famiglia. 

Nel 1977 alcune sostanziali modifiche entrano nella programmazione didattica: Applicazione tecnica diventa  Educazione tecnica, con programmi non più diversificati in base al sesso degli alunni, le materie facoltative  quali applicazioni tecniche e educazione musicale (obbligatorie nella prima classe, ma facoltative nelle classi successive) diventano totalmente obbligatorie  e il latino  (facoltativo nella classe terza) viene abolito definitivamente. 

Dopo la scuola media i ragazzi avevano due possibilità di scelta: gli istituti professionali (corsi triennali) con la qualifica professionale finale e gli istituti superiori (4/5 anni) con la qualifica di maturità specifica per settore e la possibilità di proseguire all'università.

Un buon numero di studenti sceglieva le scuole professionali sia per l'immediato inserimento nel mondo del lavoro ma anche per la localizzazione delle scuole. Licei, magistrali e istituti tecnici erano presenti solo a Sondrio, (gli istituti professionali anche nei mandamenti) obbligando i residenti più lontani ad utilizzare i convitti di Sondrio.

Le scuole professionali dove si promuoveva la cultura del "saper fare" e i lavori artigianali diventarono i più gettonati nel mercato del lavoro provinciale. Grazie agli istituti professionali in provincia ci furono in abbondanza meccanici, idraulici, falegnami, muratori, sarte, elettricisti, camerieri/e, cuochi, segretarie d'azienda pronti ed entrare come apprendisti nel mondo del lavoro. Non tutti trovavano subito lavoro, soprattutto le ragazze qualificate erano in parte escluse dal mercato del lavoro. Ma poi c'erano i lavori che non richiedevano nessuna qualifica professionale come commesse, i primi supermercati, addette alle pulizie, le fabbriche (ricordo il cotonificio Fossati).

Nel 1972 con la creazione delle Regioni, le competenze ministeriali in materia di "istruzione artigiana e professionale" sono trasferite alle regioni che diventeranno operative nel 77. I nuovi corsi regionali diventano una nuova opportunità per i giovani che vogliono entrare presto nel mondo del lavoro: una qualifica professionale raggiungibile dopo due anni di formazione che diventeranno tre nel 2004 con la riforma Moratti. I corsi organizzati dal CFP, e più tardi dall'ENAIP, ampliano l'offerta formativa relativa alla ristorazione e creano nuove qualifiche, parrucchiere, estetiste, operatori edili, meccanici in una continua ricerca di formazione per nuove professioni

Nel 2005 entra in vigore la nuova norma del "Diritto-dovere all'istruzione ed alla formazione" con l'obiettivo di recuperare  il forte abbandono scolastico e soprattutto di dare a tutti  un titolo spendibile sul mercato del lavoro.

 Il diritto-dovere all'istruzione ed alla formazione ha una durata di almeno 12 anni o comunque fino al conseguimento di una qualifica professionale entro il diciottesimo anno di età. La nuova legge porta nuove opportunità anche in provincia Sondrio con l'istituzione di nuovi corsi professionali triennali e quadriennali (i centri di formazione professionali, CFP) che hanno la caratteristica principale di avvicinare subito i giovani al mondo del lavoro e che negli anni 90 introducono nella programmazione anche  lunghi periodi di stage in azienda.

Ma l'evoluzione del mondo della scuola non interessa solo la formazione professionale, anche nell'istruzione ci sono importanti cambiamenti  con  la nascita di licei ed istituti tecnici commerciali e per geometri anche nei mandamenti. Soprattutto c'è la ricerca da parte degli istituti di nuove specializzazioni. I vari licei propongono nuovi indirizzi, artistico, linguistico, musicale, sportivo. biologia a curvatura biomedica; l'ITIS con una lunga tradizione di istituto tecnico industriale lentamente arricchisce la sua offerta formativa con percorsi di chimica, materiali e biotecnologie, elettronica ed elettrotecnica, meccatronica ed energia. E poi nel 2003 ecco anche il nuovo Istituto Tecnico Agrario, una nuova proposta subito premiata da un grande numero di iscritti, scelto da molti figli di agricoltori.  Un istituto che ha avuto sicuramente il merito di portare un cambio generazionale nel mondo agricolo provinciale.

Anche l'università cambia (1999): i corsi quadriennali o quinquennali vengono sostituiti della laurea triennale seguita da quella specialistica ( due anni) che diventeranno nel 2004 rispettivamente laurea di 1°livello o laurea e laurea magistrale o laurea di 2° livello o laurea magistrale

Nel 1999 nasce anche un nuovo canale formativo di specializzazione post diploma: il sistema della formazione tecnica superiore.

Obiettivo del nuovo sistema è facilitare l'accesso dei giovani nel mondo del lavoro e la riqualificazione di adulti occupati e non occupati, trasferendo competenze di tipo tecnico-professionale di medio e alto livello riferite a specifiche aree economiche professionali con particolare legame ai fabbisogni professionali e formativi richiesti dal territorio. 

Sono corsi che contribuiranno a costruire professionalità solide e innovative che rispondono alla richiesta proveniente dal mercato del lavoro di figure professionali in possesso di una formazione tecnica e professionale approfondita e mirata, con docenti provenienti prevalentemente dal mondo del lavoro. l percorso si articola in semestri con una durata, di norma, biennale con un numero di ore formative complessive di 1800/2000 con lo svolgimento obbligatorio di uno stage per almeno il 30% della durata del monte ore complessivo.

Oggi possiamo sicuramente dire che la provincia di Sondrio ha un sistema scolastico/formativo ben strutturato e diversificato anche con ottimi riconoscimenti nazionali riguardanti la qualità della formazione. I ragazzi hanno tantissime possibilità ma forse la giovane età relativa al momento della scelta richiederebbe un'organizzazione diversa rendendo l'orientamento continuativo durante gli anni di istruzione del secondo ciclo, creando momenti di conoscenza del mondo del lavoro, monitorando la convinzione della scelta scolastica effettuata, proponendo eventuali alternative anche come prevenzione alla dispersione scolastica... ma questa è un'altra storia che avrebbe bisogno di maggior spazio. Quindi concludo con un auguro per un futuro successo a tutti gli studenti della Valtellina e Valchiavenna sperando in un loro futuro professionale soddisfacente nel territorio dove sono nati. 

pubblicato su "Guida illustrata di Sondrio e dintorni" del 1897
pubblicato su "Guida illustrata di Sondrio e dintorni" del 1897