Valellina Casera e Bitto: 30 anni di unicità e gusto
Il Consorzio di Tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto ha festeggiato venerdì 14 novembre il trentennale (1995-2025) con un bilancio molto positivo: dalle 58.457 forme marchiate del 1996 si è passati alle 236.741 del 2024.

Le due Dop sono oggi tra i prodotti simbolo della Valtellina e la seconda voce dell'agroalimentare Dop della provincia dopo la Bresaola, con un impatto di 15,9 milioni di euro sull'economia locale (+98% in dieci anni) e un valore al consumo di 29,3 milioni di euro, dando lavoro a oltre 180 realtà tra allevamenti, caseifici, alpeggi e stagionatori.
Durante la celebrazione a Sondrio, il presidente Marco Deghi ha sottolineato come il Bitto abbia raddoppiato il proprio valore in dieci anni e come il Valtellina Casera spunti oggi un prezzo medio di circa 2 euro/kg in più rispetto al formaggio latteria.
Guardando al futuro, il Consorzio punta su tre direttrici: sinergie in vista di Milano Cortina 2026, rafforzamento della presenza in Gdo (soprattutto nel banco taglio e nelle vaschette a marchio Valtellina) e revisione del disciplinare del Valtellina Casera, con possibile estensione dell'area (Pian di Spagna e Colico) e risponda alle esigenze dei tempi moderni Strategico anche lo sviluppo dell'export europeo, già in crescita del 15% nel 2024, con segnali molto positivi da Germania e Francia.

Il trentennale coincide con una stagione 2025 del Bitto in linea con il 2024 (45 alpeggi coinvolti) e con i buoni risultati del Valtellina Casera: nel 2024 +8,9% a volume (oltre 221.000 forme) e +10,3% a valore (13,2 milioni di euro), mentre nei primi 9 mesi dell'anno in corso le forme prodotte sono 174.320 (+2,89%).
Per celebrare l'anniversario debuttano infine nuove pelure con un logo dedicato, in cui il numero 30 si fonde graficamente con il territorio e con il marchio Valtellina Casera e Bitto, a sottolineare il legame tra prodotto e origine.
LE TAPPE STORICHE DEL CONSORZIO RACCONTATE DAI PRESIDENTI DAL 1995 AD OGGI
Sono 5 i presidenti che hanno accompagnato il consorzio dalla nascita all'attuale ottimo risultato di valorizzazione delle due Dop sempre più conosciute, non solo in Italia ma anche all'estero.

Il percorso verso il riconoscimento delle Dop ha inizio nel 1995 sotto la guida della prima presidente, Luciana Rumo, con la stesura del primo disciplinare dei formaggi, atto fondativo di una filiera che mette al centro la qualità e l'identità territoriale. La fondazione del Consorzio parte con 35 soci. "La nascita del Consorzio ha rappresentato un vero cambiamento epocale per il comparto agricolo della Valtellina – racconta Luciana Rumo, presidente negli anni 1995 -1999 -. Eravamo giovani e pieni di entusiasmo, pronti ad affrontare nuove sfide. Grazie alla creazione del Consorzio, abbiamo compreso l'importanza di seguire direttamente i nostri interessi e di essere protagonisti attivi nello sviluppo del settore".
Nel 1996 viene introdotta la pelure, elemento distintivo che conferisce ai due prodotti una riconoscibilità unica; nello stesso anno, il disciplinare riceve il riconoscimento ufficiale dal Ministero delle Politiche Agricole, sancendo l'avvio di una nuova fase per la tutela dei formaggi locali.
Il 2002 segna un ulteriore passo avanti con l'introduzione della fascera marchiante per il Bitto e il Valtellina Casera, strumenti fondamentali per garantire l'autenticità e la tracciabilità dei prodotti.
Nel 2004 a seguito dello scioglimento dell'Associazione Provinciale Produttori Latte nel Consorzio, tutti gli allevatori sono confluiti nella compagine consortile, accorpando così l'intera filiera.
Data storica è anche il 18 agosto 2006, quando il Ministero riconosce ufficialmente il Consorzio di Tutela come ente preposto alla salvaguardia e alla promozione dei formaggi DOP della Valtellina.

"«In quegli anni – spiega Adriano Zamboni, presidente dal 1999 al 2007 - è stato necessario strutturare in modo organico tutte le attività del Consorzio: dai disciplinari alle procedure di controllo, fino alla definizione dellepelure, che hanno contribuito a rendere i nostri formaggi immediatamente riconoscibili. L'introduzione della Dop ha rappresentato un passaggio fondamentale, perché ha permesso ai produttori di proseguire in un mestiere complesso e impegnativo, sostenendo la permanenza sugli alpeggi e garantendo benefici concreti agli allevatori e ai produttori di latte della nostra provincia».
Dal 2007 subentra Maurizio Quadrio alla presidenza. "Sono stati anni complessi – ricorda Quadrio - ma caratterizzati da grande partecipazione e fiducia da parte dei produttori, che hanno saputo affrontare insieme al Consorzio le sfide del settore. Gli anni successivi hanno portato risultati significativi per i nostri formaggi, segnando un periodo di crescita e consolidamento. Sono stati anche anni fondamentali, che hanno visto la nascita del multiconsorzio Valtellina Che Gusto (oggi DAQ - Valtellina Taste of Emotion) e ci hanno insegnato il valore del fare squadra, del dialogo e della collaborazione tra realtà diverse, tutte unite da un profondo legame con il territorio».
Nel 2008 viene approvato la modifica del disciplinare del Bitto Dop. Dal 2010 inizia la presidenza di Vincenzo Cornaggia: 12 anni all'insegna di una forte continuità e comunione di intenti. Un momento di forte maturazione per il Consorzio: sotto la sua guida la produzione certificata dei due formaggi Dop simbolo della Valtellina più autentica registrano incrementi a doppia cifra e l'azione promozionale si spinge ben oltre i confini regionali. Cornaggia punta sul rafforzamento della filiera, sulla tutela del territorio alpino e valorizza i formaggi come asset strategico per l'economia di montagna.
Negli anni successivi, il Consorzio si distingue anche per le attività sperimentali, tra cui gli studi riguardanti i fermenti lattici, aprendo nuove prospettive di sviluppo tecnico e qualitativo, con la collaborazione scientifica dell'Università degli studi di Milano e del CNR e di altri importanti centri di ricerca.

Ad aprile 2022 gli succede l'attuale presidente, Marco Deghi, riconfermato nel 2025 per un nuovo triennio. Manager con profonda conoscenza del mercato e del prodotto, Deghi mette al centro del mandato la valorizzazione qualitativa delle due Dop, con progetti concreti volti al miglioramento della produzione e della rete distributiva. Sotto la sua guida prende il via il progetto SIMCA (2024-2025), dedicato allo sviluppo tecnico e tecnologico del Valtellina Casera, con l'obiettivo di coniugare innovazione e tradizione in un'ottica di sostenibilità. Al contempo il presidente avvia il piano per la valorizzazione del Bitto, con l'assistenza ai soci in alpeggio. Tra i suoi obiettivi anche l'internazionalizzazione: nel 2025 prende il via il progetto di promozione su mercati nordeuropei come Francia e Germania, con la partecipazione a fiere internazionali come Anuga, a cui seguirà il Salon du Fromage nel 2026.

