VALTELLINA SCIMUDIN
Riconoscimento: PAT
Nel 2012 è
stato attribuito il Marchio Collettivo Geografico "Scimudin
della Valtellina"
Zona di produzione: provincia di Sondrio.
Descrizione prodotto: formaggio a latte intero, pasta cruda a breve
maturazione.
Materie prime:
latte intero, caglio, sale.
Tecnica di produzione: la coagulazione è ottenuta con l'uso di caglio di
vitello e avviene a una temperatura compresa tra i 36°C e i 40°C in 20-30
minuti. La rottura della cagliata avviene fino a quando i grumi hanno la
grandezza di una noce. Una volta estratta, la pasta è posta in appositi
stampi e sottoposta ad un processo di stufatura, effettuata ad una
temperatura che oscilla tra i 20°C e i 30°C con una durata variabile da un
minimo di 3 a un massimo di 24 ore. La salatura avviene a secco oppure in
salamoia oppure per aggiunta di sale direttamente nel latte. La maturazione
si effettua in appositi locali alla temperatura di 8-12 °C e con umidità
relativa non inferiore al 75%. Essa deve essere protratta per almeno 10
giorni.
Caratteristiche organolettiche: formaggio a breve maturazione,
grasso, consistenza molle. Può avere un peso fra 1 e 2,5 kg. Ricoperto da una
crosta fiorita bianco grigia, ha pasta morbida di colore bianco o giallo
paglierino con possibili occhiature fini e regolari. Odore e aroma sono d'intensità
media, con sentori di latte, yogurt e di burro, il sapore è dolce e delicato, con una leggera
acidità tipica di un formaggio abbastanza fresco. La struttura è elastica
alla compressione delle dita, deformabile con una morbidezza della pasta sostenuta da un'umidità ben percepibile.
Storia: il
nome significa piccolo Scimud, tipico formaggio casalingo che si
produceva in piccole quantità in base alle esigenze del consumo familiare. In passato veniva prodotto con
latte caprino o più probabilmente con latte misto, in base alle
disponibilità di latte della famiglia contadina. Oggi è prodotto solo con
latte vaccino, anche se è possibile trovare ancora lo Scimudin di latte caprino, in
Valchiavenna (val Codera) e nel Bormiese. Un'antica tradizione lo voleva come
formaggio preparato in casa da distribuirsi agli ospiti dopo un funerale di
un parente.
Gastronomia: il
gusto dolce e cremoso e l'aroma delicato fresco e di latte ne fanno un classico
formaggio da tavola. Da provare con una goccia di miele millefiori. È utilizzato
anche nella cucina tradizionale per la sua capacità di sciogliersi facilmente.
Curiosità: la
produzione di questo formaggio è molto antica e molto semplice tanto che in alcune
famiglie il latte si lavorava direttamente nel secchio della mungitura,
sfruttando la temperatura del latte 37-38°C . A questa temperatura il caglio esplicava efficacemente la
sua azione e la cagliata veniva frantumata e spurgata senza ricorrere ad ulteriori riscaldamenti.
La cagliata veniva triturata molto grossolanamente e dopo alcuni minuti si
spostava nel garot ( recipiente di legno tipo secchia forato).
Dopo una prima sgocciolatura, veniva tolto e messo su un asse con sopra un telo di sacco grosso Dopo la salatura veniva girato due volte al giorno cambiando sempre la tela. Alcuni contadini salavano direttamente il latte riuscendo così ad avere un formaggio più saporito.