L’intelligenza del saper fare

18.03.2024

Ultimamente è stato realizzato l'interessante progetto "Futuri possibili" promosso da Confapi Lecco Sondrio e l'istituto comprensivo di Delebio coinvolgendo quattro classi seconde delle scuole secondarie di primo grado del plesso di Dubino e di Delebio e quattro imprese del territorio: Bermec di Talamona, Dell'Oca srl di Andalo Valtellino, Stm di Delebio e Tecnofar di Gordona.

Un progetto strutturato in tre fasi: l'incontro in classe con gli imprenditori, una visita guidata in azienda e un concorso interno all'istituto in cui gli studenti sono i protagonisti e devono immaginare una loro idea di impresa coadiuvati dai docenti. 

Un progetto concreto con l'obiettivo di far conoscere agli studenti il territorio, le realtà imprenditoriali e comprendere anche tutte le possibilità di lavoro e di vita che ci sono. Un ottimo progetto di orientamento (complimenti al progettista anche per il titolo) che spero non si perda, ma venga ripetuto magari uscendo dalla scuola media inferiore per coinvolgere anche gli studenti delle scuole medie superiori e accompagnarli per tutto il percorso formativo fino alla maturità. 

Nel sistema scolastico italiano infatti l'orientamento al lavoro è quasi totalmente assente, dimenticando che la scelta scolastica dovrebbe essere una conseguenza della scelta professionale e non il contrario.

Dopo l'importante momento dell'orientamento scolastico durante la scuola media, nel proseguo degli studi, i nostri ragazzi hanno sempre meno occasioni per essere orientati nel mondo del lavoro e essere riorientati nella formazione. Le poche iniziative, spesso anche valide sono sporadiche, settoriali, senza quelle informazioni necessarie per avere conoscenze globali del repentino cambiamento che sta subendo il mercato del lavoro.

Per la maggior parte dei giovani oggi Il lavoro diventa una conseguenza del percorso scolastico intrapreso, la cui scelta è avvenuta nell'età preadolescenziale, sicuramente non ancora idonea per una decisione consapevole.

Così la scelta è consigliata dagli insegnanti e dei genitori in base alle capacità, all'interesse, all'impegno, alla voglia di studiare, ai risultati ottenuti, alla facilità di apprendimento, dividendo allievi portati agli studi più impegnativi e quelli invece destinati ai corsi professionali. O ancora scelta  effettuata dai ragazzi in base a criteri infantili come il seguire l'amica o l'amico  del cuore, Non sempre, a causa anche della giovane età, si riesce a definire profili più precisi, valutando a fondo le attitudini, le capacità manuali e creative.

Il lavoro manuale vien quasi scartato a priori, perché i giovani d'oggi, si pensa, non hanno più voglia di "sporcarsi le mani" dimenticando che sono cresciuti in un periodo dove è mancata la cultura del saper fare nella scuola e soprattutto nelle famiglie dove non c'è più quella cultura contadina ricca di manualità un tempo particolarmente radicata e dove il saper fare e soprattutto l'insegnare a fare era quasi un atto educativo dovuto da parte dei genitori.

Cosi spesso, pur essendo impegnativi, i licei scientifici sono i più gettonati (per l'anno scolastico 2024/2025 il 41,2% dei giovani della provincia di Sondrio si è iscritto ai licei), un'ottima formazione generale però non legata ad una professione specifica e quasi finalizzata esclusivamente all'iscrizione all'università.

I lavori artigianali sono ancora considerati l'occupazione post studi degli istituti professionali o ancor peggio considerati come lavori faticosi e ripetitivi, con una qualità della vita alienate, priva di soddisfazione e di possibilità di carriera, dimenticando i mutamenti positivi subiti, dimenticando anche gli aspetti creative di professioni affascinanti sempre meno gettonate. Perché anche chi frequenta il liceo potrebbe diventare un ottimo cuoco, cameriere o artigiano. o anche imprenditore agricolo.

È necessario ampliare il momento orientativo, rendendolo continuativo soprattutto nell'istruzione di secondo grado creando momenti di conoscenza del mondo del lavoro con partecipazioni attive da parte degli studenti, recuperando la cultura "del saper fare". È necessario monitorare la convinzione della scelta scolastica effettuata, proponendo eventuali alternative anche come prevenzione alla dispersione scolastica. Perché nell'economia provinciale l'intelligenza del saper fare ha sempre avuto un ruolo strategico e forse può ancora vincere contro l'intelligenza artificiale.

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