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Non so quando le prime piante siano arrivate in Valtellina. Ma ho ricordi precisi di quando ero bambino (anni cinquanta) e osservavo sempre con interesse quelle piante adornate da belle palle color arancio, quei rami esili, privi di foglie, che le tenevano ancorate senza farle cadere. Sembravano alberi di Natale.

Nel 1960 in provincia di Sondrio si coltivavano 1.600 ettari di segale, 2.000 di granoturco, 370 di frumento e 22 di orzo. La pubblicazione che riporta i dati (Sondrio in cifre, edita dalla Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, di Sondrio,1961) non cita ovviamente gli ettari di grano saraceno, considerato che questo veniva...

Si chiama Substrato, è una piccola azienda agricola cresciuta lentamente, perché in natura non bisogna avere fretta, e allora lo studio, la lentezza nel mettere in pratica le conoscenze acquisite, le sperimentazioni, le modifiche, diventano gli strumenti quotidiani per avere buoni risultati.

Anche quest'anno i cavalletti sono stati smontati, le reti a bilancino depositate nei garage, gli ultimi agoni appesi al sole La pesca degli agoni è finita. Rimangono i piacevoli ricordi di serate al tramonto in riva al lago, di secchielli colmi di pesci e naturalmente le latte di missultin in cantina pronti per essere assaporati con la polenta.

Ancora un grande successo per la Sagra del Cornàt grazie a piatti preparati con cura ed apprezzatissimi dal migliaio di partecipanti giunti a Sondalo da tutta la provincia e anche dal altre province, Una grandissima affluenza che ha permesso di superare di gran lunga le aspettative degli organizzatori vista anche la concomitanza con altri eventi...

Una passeggiata in bicicletta sul sentiero Valtellina, una pausa per un sorso d'acqua all'ombra di un gelso e il mio sguardo cade sui frutti maturi della pianta.

L'allevamento della capra in Valtellina appartiene ad una storia antica, che merita di essere conosciuta anche dalle nuove generazioni perché ha rappresentato una triste pagina della nostra storia, un mondo agricolo marginale, ricco di sofferenze, di miseria, di dure necessità dove il piccolo ruminante rappresentava per le famiglie contadine...

C'era sempre la nonna, vicino ai bambini, che cercava di giustificare quei gesti crudeli, ricordando la bontà dei salumi che poi tutti avrebbero assaggiato e apprezzato per il profumo, per il sapore di carne fresca e di spezie, ma soprattutto perché avrebbero riempito le pance vuote. Un torto crudele, ma una necessità e così adagio adagio le urla...

Era ancora adolescente, frequentava l'istituto alberghiero di Chiavenna e diceva sempre a nonna Mariuccia "io aprirò una pasticceria qui a Desco e la chiamerò Dolce in Desco". Per gioco aveva anche creato un sito Web con quel nome.